31/03/11

L'istante

La fotografia analogica è più imprevedibile di quella digitale, che puoi controllare meglio e immediatamente così da correggere l'errore. Sicuramente è un gran passo avanti per chi esercita in modo professionale, ma chi come me si approccia alla fotografia come hobby, impara molto di più con l'analogico.
E ora, dopo la concreta introduzione, vorrei sfatare il tutto parlando dell'istante. E' quell'attimo dopo aver scattato una bella foto che ti fa sentire soddisfatto del tuo impegno: pensare al tempo di posa, all'apertura, al fuoco, alla composizione, a quello che vuoi trasmettere con la foto. Si ha subito come una scarica di endorfine, sai in quell'istante che sarà una foto memorabile e non vedi l'ora di poterla vedere sotto il tuo naso, penzoloni e umido, e gongolare del tuo lavoro. Certo, questo capita anche per le foto brutte, sai di aver sbagliato, ma hai quella flebile speranza che il tempo di posa fosse così breve da evitare il tuo mosso, oppure che l'apertura fosse così piccola da correggere il tuo errore di messa a fuoco. Il più delle volte, il fotografo sa se ha fatto una bella foto o no, lo sa l'istante dopo lo scatto.

21/03/11

Pellicole BN #2

Di seguito troverete una breve classifica delle pellicole che uso più frequentemente, senza pretesa di completezza e basata semplicemente sulle mie opinioni.

100 iso
Neopan Acros 100
1° Neopan Acros 100: Anch'io subisco il fascino della pellicola giapponese, contrasto vivace e non eccessivo, definizione impareggiabile ed ottima resa con rivelatori standard.
FP4Plus: Qui entra in gioco il valore affettivo, ho cominciato con questa pellicola (insieme alla sorella HP5plus) ad inoltrarmi nella terra della camera oscura. Per quanto riguarda le caratteristiche non posso che confermare quello che si legge in giro, ovvero: non importa quanto la maltrattiate o quanto siate inetti (ed io lo ero molto) vi darà sempre un negativo onesto e stampabile.
Delta 100 Professional: Seconda solo alla Neopan come nitidezza è un ottima pellicola decisamente versatile.

17/03/11

Pellicole BN

La fotografia in bianco e nero rispetto alla fotografia a colori è ancora considerata dai profani più artistica. Non condivido questa opinione, ma ugualmente farò una panoramica dell'offerta analogica in BN. I miei ragionamenti sono da considerare come un'opinione personale e non una valutazione professionale o tecnica.

Pellicole Ilford
La classica e intramontabile HP5plus, un tempo solo HP5, ancora così chiamata da amici ed estimatori, è la pellicola jolly, sempre utile; con i suoi iso 400, va bene sia in condizioni di alta luminosità che per le situazioni più ombreggiate. Per me oltre che una pellicola adattabile ha anche valore affettivo: è stato il mio primo rullo in assoluto.
L'FP4plus, al contrario, non è da annoverare tra le mie preferite. Ha quel 25 iso di troppo che mi fa diffidare della sua utilità. Ovviamente posso essere smentita clamorosamente, ma per ora non ho ottenuto grandi soddisfazioni da questa pellicola.
La PanFplus è tra le poche pellicole ad avere iso così basso: 50, che implica minore grana e più dettagli, peccato che per i miei mezzi, ingrandimenti superiori a 30x40 cm non sono possibili, quindi non sfrutterei appieno le qualità di questa pellicola. Non ama essere maltrattata e dopo la scadenza va utilizzata il prima possibile altrimenti lascia strane punteggiature antropomorfe sui vostri fotogrammi.
Le Delta sono la serie a grani tabulari. In generale, qualunque sia la ditta produttrice, le pellicole a grani tabulari sono le più scintillanti, per nitidezza e gamma di grigi. Io, in particolare, prediligo la Delta400 , ma non escludo che Delta100 sia un'ottima pellicola. Per quanto riguarda la sorella maggiore (di iso) Delta 3200, solo il nome incute timore e stranamente non l'ho mai comprata, ma è presto in lista tra i prossimi acquisti.

Certosa di Calci (PI) - Neopan Acros 100
Pellicole Fujifilm
Le considero una spanna sopra le pellicole di altre ditte. Mi hanno sempre stupito per gli ottimi fotogrammi e sono ottimali anche per la scansione. La mia preferita è la Neopan Acros 100, di cui mi sono innamorata al primo sviluppo: è lucida e splendente e il supporto è così trasparente che non puoi che compiacerti del risultato. La Neopan400 (non so perché non Acros) è una buona pellicola, inferiore, secondo i miei gusti, alla Delta400 ma che fa meravigliare della resa. Ultimamente ho provato a spingerla a 800 iso, vi farò sapere il risultato.


Pellicole Kodak
Matteo non è d'accordo con me, ma la mia opinione delle pellicole Kodak è falsata dalle foto da lui scattate con Tri-X400 sviluppate in Rodinal: troppo contrasto e troppa grana mi hanno portato a escludere la attuale 400Tx tra le mie scelte, ma in futuro potrei decidere di riprovarci.
Il capitolo T-max è da censurare, solo esperienze negative e frustrazione, quindi le sconsiglio.

Pellicole Rollei
Il lato positivo delle Rollei è la continua ricerca ed innovazione dei supporti, tant'è che produce pellicole in PET (polietilene teleftalato o poliestere) come lo sono anche le 120 Fomapan. Non ne conosco ancora i vantaggi, ma per ora Rollei è abbastanza deludente. La versione vecchia, per intenderci la Retro senza la S, è terribilmente curva, poco maneggiabile, ma se si riesce a superare questo ostacolo, le stampe vengono bene.

Pellicole Fomapan
Cecoslovacche, molto economiche, ci sono anche a 200 iso. Se non vi fate turbare dal blu profondo quando buttate via lo sviluppo, quando le fissate e quando le lavate e quando le osservate, se riuscirete andare oltre questo problemino, le Fomapan fanno al caso vostro. Io non le amo, però non le ho mai stampate, quindi non posso giudicarle completamente, alla scansione non sono pessime, ma non sono sicura al 100% che questo "bluish polyestere" non infici la qualità dell'immagine.

Classifica:
100 iso: 1° Neopan Acros 100, 2°Delta100, 3°Rollei Retro100;
200 iso: 1°Rollei Retro 200, 2°Fomapan200;
400 iso: 1°Delta400, 2°Neopan400, 3°HP5plus;

13/03/11

Non ho resistito

Appena ho visto il Manuale Contax (seconda edizione 1981) tra gli scaffali del mercatino permanente di libri usati in corso Siccardi non ho resistito, l'ho comprato (ad un prezzo ridicolmente alto). Dal punto di vista strettamente nerdistico è stato un ottimo acquisto essendo io possessore di una RTS ed una RTSII (commercializzata però successivamente alla pubblicazione) ma valutando il manuale eliminando la componente affettivo/emozionale l'entusiasmo iniziale si ridimensiona. Dei diciannove capitoli che compongono il testo solo undici hanno come argomento esclusivo il sistema Contax, gli altri sono un copia-incolla da altri manuali dello stesso editore e trattano temi generici come i tipi di pellicola, la macro-fotografia, le fonti di luce ecc.
Tuttavia in quegli undici capitoli si possono trovare una serie di informazioni e suggerimenti non presenti nei libretti di istruzione delle reflex in oggetto. Utili sono in capitoli in cui vengono elencati e commentati gli obbiettivi del sistema prodotti fino alla data di pubblicazione, sono anche elencati e commentati tutti gli accessori. Il vero valore per gli appassionati è rappresentato da numerosi esplosi e dagli schemi di funzionamento delle parti meccaniche e elettroniche della RTS, ne andrebbe fatto un poster (non è detto che non lo faccia).

Dove stoccare le soluzioni stock?

Come tutti sappiamo, rivelatori in polvere come il D-76, ID-11 e XTOL (tanto per citare i più comunemente usati) in soluzione stock possono durare fino a sei mesi senza perdere le loro proprietà a patto che siano conservati adeguatamente, ovvero in recipienti a chiusura ermetica completamente pieni e a riparo dalla luce. Se i contenitori non sono completamente pieni il tempo di conservazione si riduce a uno o due mesi al massimo.
Boccione in vetro
Nel caso si usino le buste per fare un litro di soluzione stock il problema è facilmente risolvibile, basta conservare una bottiglia di uno sviluppo o di un fissaggio già usato, lavarla molto bene e riutilizzarla per conservare la soluzione; è preferibile però che non sia trasparente e sopratutto che sia si HDPE e non semplicemente di PE (potete trovare il tipo di polimero sul fondo della bottiglia, vicino alle indicazioni per il riciclaggio) perché quest'ultimo permette il passaggio di aria e quindi l'ossidazione del rivelatore. Le bottiglie della Ornano per esempio sono in PE come quelle della Ilford (quelle che si trovano oggi in commercio, prima erano in HDPE). Ma le confezione della Agfa sono tutte in HDPE, con altre marche ho poca esperienza. Discorso a parte va fatto per le bottiglie in vetro che sono le migliori, sopratutto se ambrate e con tappo ermetico, si possono anche recuperare a costo zero se conoscete qualcuno che lavori un un laboratorio chimico; infatti vengono buttate via una volta esaurito il contenuto. Per esempio ho recuperato due bottiglioni in vetro ambrato contenenti acetone grazie ad una mia amica.