04/04/14

Contax T2

Évora
Lisboa
Contax T2, T per Titanio, 2 perché è la seconda della serie. Anche se non si può definire la T2 come una normale punta e scatta, considerato l'alto livello di personalizzazione: ha una ghiera per la messa a fuoco, da 0.7m ad infinito e l'esposizione a priorità di diaframmi, da 1/16 ad 1/2.8 del Carl Zeiss Sonnar 38mm con trattamento T*, quello che a quanto pare evita flare se per caso scattaste controluce. PFUII, devo già pensare a come verrà il soggetto con il controluce, se viene, sai che me ne frega di due flare! È proprio una punta e scatta, un po' costosa, considerato che quando è uscita costava come uno stipendio di un operaio FIAT e ora costa come uno stipendio di un precario part time.
Il tasto di scatto è uno zaffiro artificiale e accanto c'è un minimale tastino per l'autoscatto, 10 secondi, quindi siate rapidi.
Oporto
Oporto

Ora un appunto sulla posa B, non cercatela, è automatica, nel momento del bisogno salta fuori e c'è anche il display contapose che ne conta i secondi, che vi sfido a leggere al buio.
Il flash c'è e si vede, e ha ben due opzioni, 'ti stordisco' e 'ti acceco', molto utili entrambi.
Tra i suoi estimatori ci sono Terry Richardson, un famoso traditore della pellicola, e Jurgen Teller, un presto traditore della pellicola. (Just Kidding.)
Io la porto sempre con me ed è veramente pratica e rapida con le sue impostazioni automatiche e poi è un bel salto di peso dalla Mamiya che mi porto di solito in giro.

Per chi cerca il suo manuale d'istruzione vi mando da Mike.

Città del Vaticano.


Roma

Giardino di Villa Borghese, Roma



23/03/14

Back on the Net

Eccoci di nuovo ad aggiornare il nostro piccolo blog.
Sperando di essere più costanti nella pubblicazione di nuovi post.

In arrivo oltre a diverse pellicole da sviluppare (come potete immaginare visti i 5L ancora caldi) anche una recensione della piccola Contax T2 (dove la T sta per Titanio).

Stiamo anche allestendo una nuova camera oscura, spazio e tempo permettendo pubblicheremo le foto del WIP. Non vediamo l'ora infatti di provare il nostro sviluppo solarizzante per carta.

Quindi, a presto.


05/09/13

Ilford Delta 3200

Vi voglio raccontare di come ho usato la Delta 3200 in pieno giorno con risultati insperati.
Avevo già su il rullo, scelto per delle foto in interno con poca luce, e dovevo ancora fare degli scatti in interni poco illuminati, quindi mi accingo ad andare sul posto quando mi trovo davanti ad una strada letteralmente spazzata via dalle piogge di quei giorni. Il fiumiciattolo che si era creato aveva disegnato sulla terra sabbiosa delle sponde del Faule, una trama intrigante, simile a quella del vento sulle dune del deserto. 
Non avevo altro che la Mamiya dietro, ma non volevo perdere quel paesaggio inusuale, pezzi di asfalto scoperchiati dal fondo e trasportati lontano, separati come zattere in mezzo al mare, detriti e resti di una campagna in attesa di essere lavorata.
Decido ugualmente di scattare un paio di foto e inaspettatamente la iso 3200 crea un capolavoro di luci e ombre, un dinamismo di grigi che non speravo di ottenere, la grana tutto sommato fine e gli oggetti in ombra ovviamente ben resi.
Ecco quello che intendo:



24/06/13

Lady Grey

Sembra che non ci siano mai grandi novità in termini di pellicola e uno debba accontentarsi di quello che trova. La storia di questa scoperta è lunga ma semplice: eravamo in Portogallo e non avevamo abbastanza pellicole, così chiedendo in giro a fotografi locali abbiamo saputo che c'era un Lomography store che vende pellicole economiche. Considerato che in negozio un comune HP5 veniva venduto a 9 € abbiamo declinato verso le portafoglio-friendly Lady Grey 400 iso, nome curioso come le sorelle Earl Grey 100 iso.
Questi nomi hanno creato qualche tumulto sui forum specializzati con qualche complottista che sostiene siano T-max poiché entrambi i nomi appartengono a T(é), e che era già avvenuta una simile evenienza di Kodak ribrandizzate. Quello che si sa, nasi e occhi di esperti a parte, è che le 135 sono made in USA.

Le pellicole sono rimaste un anno in attesa di essere sviluppate. Guardando su Massive Dev Chart i tempi sono identici alle T-max, questo va quindi a favore dei complottisti. Sviluppo in D-76, 1+1  10'30'' a 20°C. Agefix 5'.
E con mia meraviglia sono venute bene, il supporto è chiaro hanno un buon contrasto e hanno quel kick di shiny shiny che non guasta. La grana non è fine come le T-grain, ma è abbastanza "smooth" per citare la Lomographic Society International. Se sono T-max, dovrebbero essere a grani tabulari, ma non lo sono e  questo di certo confonde, inoltre provando le T-max 120 sia a 100 che a 400 iso e rimanendone delusa, mi chiedo se siano davvero kodak.

Azzardo una opzione Lucky Films anche se i tempi non coincidono, ma coincide il rapporto qualità-prezzo.
Qui una bella recensione di Nadir del lontano 1999.

Conclusione: chissenefrega chi le fa, le Lady Grey sono buone e costano poco.

E ora dei fotogrammi scansionati con CanonScan 8800f e immediatamente postate, nessun altro post-processing.









14/06/13

Cianografie

Ad un anno esatto di distanza ecco le scansioni delle cianografie che abbiamo fatto un caldo e sereno giorno di giugno 365 giorni fa.

L'esposizione è di 10 minuti e stimata di volta in volta a seconda della intensità osservata.


I dettagli ovviamente si perdono per la perdita di definizione, ma tra il bianco del cielo si può osservare i puntini dello stormo migrante che già con difficoltà si riesce a vedere nei sali d'argento.
Il blu è rimasto intenso anche con il tempo.

13/06/12

Novità Cianografiche

Prima prova per il negativo digitale.

È molto tempo che questo blog non viene aggiornato, ma ora ci sono delle novità all'orizzonte.
Tra poco, avendo tutti i mezzi, sperimenteremo la cianotipia e condivideremo i nostri esperimenti.
Pubblicheremo anche una piccola recensione della mitica Contax T2.

A presto

21/01/12

Fotoritocco - 1975

 Copertina
Il manuale Come si fanno i trucchi fotografici, ed. Effe di W. Torquati e Cesco Ciapanna è un bel volumetto sulle possibilità di manipolazione dell'immagine prima dell'era PS. Racconta in breve ma chiaramente come si ottengono certe immagini, sia agendo sulla macchina fotografica che in camera oscura.
Leggendolo ho scoperto delle informazioni interessanti sull'uso della gelatina animale per le pellicole: " [pag.114 - La reticolazione] Si tratta di un fenomeno raro, ma che si manifestava una volta con una certa frequenza... La maggior parte delle pellicole moderne (Ndr 1975) ha perduto questa caratteristica.. nelle pellicole moderne la gelatina animale - che reticola con facilità - è sostituita da resine sintetiche".
Un sospiro di sollievo per amici veggie in crisi di coscienza e per me.
Il capitolo sulla solarizzazione è relativamente più esteso per la difficoltà del procedimento, ma conto che sia attendibile e preciso affinché possa adottare questa tecnica con il Solarol acquistato da Maco Direct.
L'altro incontro interessante riguarda alcuni fotomontaggi di John Heartfield; cercatelo su google, le immagini sono più immediate delle parole.

02/01/12

Exhibit contest a pagamento?!

È la prima volta che mi imbatto in questo tipo di proposta: un contest per vincere un'esposizione e altri premi con la richiesta di pagare gli entry, o, detto in italiano, le immagini che si inviano per la competizione.
Dapprima sono rimasta allibita, anche un po' punta nell'orgoglio, ho pensato che dovrebbero loro pagare me per le mie immagini. Poi però ho realizzato l'intento: se sborsi dei soldi per una postare una foto online è come se scommettessi su te stesso, non c'è più quella pletora di immagini orribili che affollano le competizioni free e soprattutto ti fa davvero pensare quali foto inserire, perché devi pagare e vuoi davvero che i tuoi soldi fruttino qualcosa. Ma poi la mia vena polemica mi ha fatto cambiare di nuovo idea, chi sono questi di Darkroom Gallery?
Io non conosco la reputazione di questa galleria del Vermont, ma credo che il pubblico che può avere un paesino di 9000 abitanti sia pari a zero, pubblico interessato e competente, disposto a pagare le tue foto per quello che valgono, meno di zero, se è possibile. [Qui il link a google maps.]
Vorrei proprio sapere da qualcuno che ha partecipato alle competizioni precedenti come si sia evoluto tutto questo meccanismo, se ha funzionato e se sono soddisfatti.
Sono disposta a cambiare idea dando credito al primo che mi prova il contrario, ma per ora boccio completamente questa gara.

08/11/11

Kodak Projection Print-scale

Questo di Kodak è un utile strumento per capire, senza tanto spreco di fogli, per quanti secondi esporre la carta fotografica.
L'utilizzo è abbastanza semplice: mettete il foglio con sopra l'acetato Kodak e esponete per 60 secondi all'apertura preferita. Inutile dire che dovete fare la prova sulla stessa carta che utilizzerete per la stampa finale, altrimenti la diversa sensibilità delle carte renderà vano questo strumento.
Questo è il risultato.
18 secondi, apertura 1/11 su Tetenal Work Semi-matte Grad. 2
Potete vedere che la stampa che ho effettuato è simile allo spicchio da 24 secondi, in base alla scala. In realtà ho esposto per 18 secondi, quindi posso qui dedurre che l'acetato della Kodak projection printscale non è precisissimo: è utile esporre alcuni secondi in meno. Tuttavia non ho una regola per determinare i secondi esatti da diminuire.
Posso ristampare la stessa foto a 16 secondi e mostarvi in seguito come viene.
Conoscendo questa evenienza, ugualmente promuovo la Kodak Print-scale.

28/10/11

Il Colore Rosa

La pluriusata etichetta sulla confezione di Agefix
Premessa: tutto ciò che segue sono opinioni tratte dalla mia  (limitata) esperienza in camera oscura e dalle mie letture.

Partiamo dalle conclusioni: se volete che sulle vostre pellicole non rimanga una dominante rosa dovete lavarle bene, benissimo ed il tempo di fissaggio dev'essere adeguato.
Per il fixer uso l'Agefix 1 diluito 1+5, ne preparo mezzo litro e dura fino a 8 rulli. Ogni volta che lo utilizzo segno quanti film ho fissato e se erano a grani tabulari o meno, in questo modo posso regolarmi per i fissaggi successi valutando quanto sia esausto e aumentando di conseguenza i tempi. Il distinguo tra tabulari e non serve perché normalmente aumento il tempo di fissaggio di uno o due minuti quando sviluppo il primo tipo di pellicola e di conseguenza il fixer si esaurisce maggiormente.
Per il lavaggio utilizzo il metodo ilford che con un limitato utilizzo di acqua garantisce un efficace risultato, ovviamente anziché tre cicli ne faccio cinque, non conto però i rovesciamenti ma conto il tempo, che dovrebbe raddoppiare tra un ciclo e il successivo.